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Paolo Landi lancia una riflessione sul nuovo Ponte Garibaldi

Paolo Landi lancia una riflessione sul nuovo Ponte Garibaldi

di PAOLO LANDI*

SENIGALLIA – Non è accettabile proseguire e insistere con un progetto assurdo e dissonante con il contesto urbano, imposto e assolutamente non condiviso con la città, giustificato in modo improprio dal rispetto delle recenti norme del 2018 sul franco idraulico che prevede per il massimo livello liquido della piena prevedibile almeno 1,5 metri di margine dalla sovrastante struttura, condizione che in pratica è però pienamente soddisfatta in corrispondenza della sezione del preesistente ponte Garibaldi ipotizzando  la struttura del rifacimento a via inferiore e semplicemente appoggiata alle sponde, quindi senza alcuna necessità di  elaborate lo strampalato progetto regionale.

Considerato, che le aste idrometriche che indicano l’altezza delle sponde dal fondo nelle sezioni di ponte degli Angeli e del Garibaldi segnano rispettivamente 3 e 5 metri con identica quota di fondo e stessa distanza tra le sponde, si deduce che queste ultime degradano con un abbassamento costante verso valle favorendo ovviamente la fuoriuscita della piena in corrispondenza della quota più bassa.

Allo stato attuale, preso atto che ponte degli Angeli è incastonato tra le sponde, che ne riducono di un ulteriore metro circa l’area di transito dell’acqua, si otterrà per un normale ponte Garibaldi ricostruito un franco idraulico ampiamente soddisfatto, doppio addirittura del limite posto dalla norma senza la necessità reale di dover architettare qualsiasi altra soluzione delocalizzata e ulteriormente sopraelevata.

Risulta che l’ipotesi di soluzioni “normali” sull’asse di via Cavallotti siano state prospettate al ministero e da questo rigettate ma sarebbe da accertare se si è trattato di contatti informali o se esiste una documentazione verbale che dovremmo conoscere per attingere alle motivazioni del diniego e in ogni caso la questione va riproposta con forza sostenendo la validità e la fondatezza dell’interpretazione che si sta sostenendo.

E’ anche atteso l’esito della Cima e delle 4 università incaricate dell’approfondimento per la sicurezza per il bacino idrografico Misa Nevola alle quali chiedere, una volta concluso lo studio, attraverso le successive osservazioni un supporto attenzionale alla problematica di ponte Garibaldi che, se condivisa, fornirà l’autorevolezza necessaria a contrastare e rimuovere le posizioni irrazionali del ministero.

Ma a questo punto sarebbe bene sospendere il progetto regionale in attesa di ulteriore verifiche che tentino di evitare alla città uno sfregio permanente.

L’idea previsionale principale per ridurre il rischio alluvionale del tratto urbano del fiume è quella di sostenere per ponte Garibaldi il progetto regionale, di rifare il ponte del corso e di ridurre l’afflusso idrico  da monte grazie a bacini di contenimento e stoccaggio. Ma le prime 2 opzioni  rappresentano un notevole sperpero di denaro rispetto a una soluzione tradizionale per il Garibaldi  e ad un eventuale innalzamento di quello degli Angeli sopra le sponde con martinetti idraulici all’occorrenza, operazione anch’essa negata da una norma e che andrebbe riveduta.

Contenere l’afflusso delle piena da monte è sicuramente la migliore strategia ma non va esclusa in sinergia  l’azione di incrementare contestualmente la massima portata possibile nel tratto urbano anche attraverso uno studio  approfondito che contempli la possibilità di dragaggio del vecchio canale navigabile in uso all’antica fiera, lasciando tra gli antichi argini e le sponde distanti circa 4 metri 2 banchine appena emergenti e fruibili per una mobilità dolce interna all’alveo e di contorno a un nuovo canale navigabile per piccole imbarcazioni, espressione anche di una riconversione ambientale e paesaggistica importante.

*Ingegnere

 

QS – RIPRODUZIONE RISERVATA - www.quisenigallia.it

Un pensiero su “Paolo Landi lancia una riflessione sul nuovo Ponte Garibaldi

  • GIORGIO BECCI

    bisogna dragare il fiume il più profondo possibile………….. dalla foce a Borgo Bicchia è l’unica vera soluzione al problema a Senigallia. Le vasche di espansione (sarebbe bene creare bacini di raccolta acqua) possono solo aiutare

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