Settant’anni fa la consacrazione dell’Altare del Crocifisso donato da Manlio Cremonini
Settant’anni fa la consacrazione dell’Altare del Crocifisso donato da Manlio Cremonini
Nel Natale del 1954 la prima Messa presso il nuovo monumento alla Chiesa del Porto
di GASPARE BATTISTUZZO CREMONINI
SENIGALLIA – Abbandonata nel ripostiglio ai piedi del campanile della Chiesa di Santa Maria del Ponte al Porto, riposa una vecchia targa di marmo bianco vergata a caratteri d’oro, un poco corrosa dal tempo ma ancora perfettamente leggibile, staccata dal suo altare all’epoca dei restauri degli anni ‘90.
Come ogni vestigio d’un passato dimenticato, anch’essa ci racconta una storia ormai muta: quella di un atto di generosità compiuto settant’ anni orsono da un senigalliese che – come avrebbe forse detto lui stesso, da vecchio studente del Perticari, – ‘molto errò e città vide molte’, in una vita certo privilegiata e piacevolmente avventurosa ma non scevra da difficili e tragiche esperienze (quale quella, ad esempio, del lager nella Germania nazista).
Era la Vigilia di Natale del 1954 quando Monsignor Vescovo – che all’epoca era Sua Eccellenza Umberto Ravetta, – celebrava la consacrazione del nuovo Altare del Crocifisso alla Chiesa del Porto, dono di Manlio Cremonini, cavaliere già deputato al Parlamento del Regno d’Italia, e di sua sorella Nea Cremonini.
Il nuovo ‘Altare Cremonini’, voluto dai due fratelli in memoria dei genitori, era realizzato – secondo quanto ci dice un articolo della Voce Misena di allora, reperito tra i materiali dell’Archivio di Gianluca Quaglia (che ringraziamo), – in ‘marmo verde delle Alpi e nero portoro’ da una delle più quotate ditte del settore.
La prima Messa, prosegue l’articolo, fu celebrata il giorno di Natale in suffragio del Commendatore Guglielmo Cremonini e della moglie Sig.ra Irene Silvestri, genitori dei due benefattori che offrivano il nuovo monumento, ribadendo quella chiara volontà di legato sottesa a qualsiasi donazione privata in uno spazio ecclesiastico pubblico.
Manlio Cremonini, la cui intensa esistenza alcuni senigalliesi ancora ricordano, visse perlopiù nella villa all’inizio della Strada del Camposanto Vecchio, vetusta dimora contornata da un bel giardino che ospitava piante rare da diversi angoli del globo, come l’unico esemplare presente a Senigallia di Cinnamomum Glanduliferum (l’albero della Canfora, insomma), descritto nella pubblicazione Senigallia nel suo sfondo geografico fisico e nelle sue zone di verde della botanica Irma Pierpaoli (si ringrazia per questa memoria il dottor Gianluigi Mazzufferi).
Con il quartiere del Porto c’erano legami consolidati, anche perché Cremonini era stato, tra le altre cose, proprietario del Bottonificio Marchigiano che sorgeva a fianco di Porta Lambertina e che molti ricordano ancora oggi come cinema, il cui bel portale d’ingresso in stile Liberty è stato demolito or non è molto per fare spazio alla nuova piazzetta. Inoltre, e non meno importante, c’era un forte rapporto con l’indimenticato Don Secondo, figura molto vivida nell’immaginario senigalliese.
Diverse cose fece Manlio Cremonini per Senigallia ed alcune di esse sopravvivono tutt’ora – dalla costruzione della Rotonda a Mare, di cui fu uno dei promotori, all’adozione dello slogan pubblicitario di ‘Spiaggia di Velluto’, negli anni ’30, – ma mi fa piacere di ricordarne la figura, in questo Natale di settant’ anni dopo, soprattutto per questo atto di pietà devozionale che rimane ancora oggi al servizio dei molti fedeli in preghiera presso la Chiesa del Porto. Riprendendo l’esordio della targa, impolverata e addormentata in un ripostiglio ai piedi del campanile, possiamo dire: A maggior gloria di Gesù Crocifisso.
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