Mario Gentili: “Ecco come è possibile far rinascere Senigallia e renderla più bella”
di MARIO GENTILI*
SENIGALLIA – In un precedente intervento dell’aprile scorso avevo già trattato il tema generale della “pedonalizzazione possibile” del centro storico di Senigallia; come azione utile ragionevole ed “europea” all’interno di una riflessione ampia sulla mobilità nell’intero centro urbano. Si argomentava e dimostrava il successo ambientale, culturale e senza dubbio economico di molte Ztl in Italia e all’estero. Assi di scorrimento come la “complanare” e sistema di parcheggi a corona (anche in struttura) intorno all’intera città di Senigallia, navette nei momenti di maggior afflusso, autorizzazioni selettive per transitare nel centro storico, vasta pedonalizzazione di piazze e strade, incremento delle aree verdi, moderni sistemi digitali di avviso e comunicazione ; questi gli ingredienti principali di un “altro scenario” possibile.
In questi mesi una parte consistente del dibattito cittadino si è dovuta concentrare sul progetto del nuovo ponte Garibaldi, che contiene a mio avviso ragioni molto fondate e diffuse per evitarne la realizzazione del modello a “brugola, autostradale, ecc.”, oggettivamente di grande impatto architettonico e gravemente dannoso per la viabilità ai margini e dentro il centro storico di Senigallia.
Ritengo, e con me diversi colleghi con i quali mi sono confrontato sul tema, che non sia giusto rassegnarsi alla logica dell’urgenza e della cieca conformità alle normative, riducendo la questione a come deve essere il ponte Garibaldi (alto, basso, in ferro, in legno, movibile, rialzabile, bianco, rosso mattone, etc.) rinunciando così ad una visione sul tempo “lungo” ed in chiave di forte connotazione ambientale come accade anche in tante realtà italiane, ottenendo più salute, più sicurezza, più bellezza.
Credo sia necessario e prioritario cogliere l’occasione per chiedersi: come vogliamo pensare la nostra città in un prossimo futuro? Quale obiettivo vogliamo perseguire attraverso le scelte che operiamo oggi?
Ad uno scenario alternativo si arriva con un pensiero “nuovo”, alimentato dalle migliori esperienze in tutta Europa, con una visione più ampia ed una programmazione degli interventi urbani come effetto di una profonda cultura della “città sostenibile”, accogliente bella e funzionale.
Questa proposta si fonda sul concetto di “città permeabile”, mutuando il termine dalla fisica cioé di un “corpo che si lascia attraversare” in modo naturale e continuo, connettendo le parti di città a piedi ed in bicicletta, riducendo le sezioni stradali automobilistiche, aumentando spazi verdi lineari e piccoli giardini, potenziando quelli per attività commerciali non invasive, selezionando le entrate per residenti, attività economiche, fiere e mercati, mezzi di soccorso ovviamente ed altre straordinarie necessità.
Questa prospettiva presuppone che il ponte Garibaldi e quello del Corso siano ciclopedonali, ma ammette anche la previsione di nuovi ponti pedonali ( via Pisacane-via Verdi, via delle Caserme- area stadio) per realizzare quella permeabilità e connessione del tessuto urbano dove il tracciato del fiume non è una frattura o separazione ma è parte integrante del centro storico ed il suo attraversamento può diventare emozionante occasione di vita sociale rendendo tematici gli stessi ponti (il ponte della musica, dei libri, dell’arte).
Alla base di questa proposta, ci sono alcuni elementi strategici di valore urbano demandati anche alle scelte politico-amministrative:
- realizzazione di un vasto parcheggio intermodale all’interno dell’attuale area delle Caserme, fuori della cinta muraria
- potenziamento dei parcheggi esterni alla città storica (ad esempio in struttura davanti alla stazione ferroviaria)
- ridefinizione dell’asse viario Stradone Misa sul quale attestare l’unico nuovo ponte carrabile in entrata ed uscita dal nuovo parcheggio delle Caserme.
- contestuale successiva “liberazione” di molte vie del Centro ed in particolare di via Pisacane dal traffico invasivo e costante, che ne fa una sorta di “affluente continuo” di automezzi verso l’asse monumentale dei Portici Ercolani
- ridisegno della via dei Portici da far rinascere a “nuova vita”
Questa ipotesi non è un progetto, ma soltanto una proposta che scaturisce da un diverso modo di approcciare i temi urbani e pertanto le immagini qui riprodotte vogliono essere semplici suggestioni di come sia possibile un altro scenario della città futura.
*Architetto
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