Mangialardi: “Mi è stato impedito di intervenire durante il Consiglio Grande sul Ponte Garibaldi”
di MAURIZIO MANGIALARDI*
SENIGALLIA – Sono rimasto basito che mi sia stato formalmente impedito di prendere parola nel Consiglio Grande di Senigallia, nonostante il ruolo di Vicepresidente dell’Assemblea Legislativa delle Marche (non parlo della mia persona) meritasse, credo, ben altro rispetto.
Non pensavo che potessero arrivare a tanto: parliamo della terza carica a livello regionale, che ha chiesto reiteratamente sin dal 22 gennaio di poter apportare un contributo al dibattito. È impensabile che ciò non gli venga concesso per mezzo di una mail inviata il giorno prima del Consiglio, invitandolo ad accomodarsi in silenzio tra il pubblico: significa dimostrare completo sprezzo delle istituzioni.
Chiedo ai cittadini senigalliesi se onestamente pensano che il Consiglio Grande odierno, per le modalità “ha da passà ‘a nuttata” in cui è stato gestito, sia davvero “il massimo organismo di partecipazione di Senigallia”, come recita lo Statuto (art. 23, comma 1). Associazioni, enti comunali, singoli cittadini, rappresentanti della Regione Marche: la lista degli esclusi è lunghissima.
Si tratta piuttosto del più totale svilimento di qualsiasi pratica partecipativa.
Tuttavia, nonostante il silenziamento del dibattito che l’amministrazione comunale tenta di imporre, nulla potrà impedire a me e ai cittadini senigalliesi di confrontarsi ed esprimere il proprio più fermo dissenso a un progetto inadeguato e dannoso per la città.
*Vice presidente del Consiglio regionale – Ex sindaco di Senigallia
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