Domenica a San Rocco uno spettacolo promosso dal Centro Cooperativo Mazziniano
SENIGALLIA – Dopo giorni di cannoneggiamenti, lanci di mine, fiumi di sangue e dopo aver superato l’ultima disperata difesa repubblicana del Casino dei Quattro Venti il potente e moderno esercito francese entrò in Roma il 4 luglio 1849. Cessava così dopo cinque mesi la vita della Repubblica Romana proclamata il 9 febbraio dall’Assemblea Costituente, Assemblea eletta a suffragio universale.
L’esercito francese poneva fine ad un grande avvenimento ideale, politico e civile che aveva mobilitato donne e uomini accorsi a Roma per consentire la nascita di uno stato democratico, laico e repubblicano in una Europa governata da sovrani e regimi autoritari. Le parole dello storico Trevelyan rendono bene cosa quei cinque mesi abbiano significato: “… che vi sia stato un tempo in cui Mazzini governò Roma e Garibaldi ne difese le mura suona come il sogno di un poeta”.
In una atmosfera surreale con i francesi ormai alle porte il 3 luglio l’Assemblea Costituente aveva promulgato la Costituzione, un documento modernissimo che rappresentò “un messaggio in bottiglia” per le future generazioni le quali infatti lo raccolsero nel 1946 quando i Costituenti furono chiamati ad elaborare la Costituzione della Repubblica Italiana. Come quei semi che una volta caduti a terra non muoiono ma rimangono tra le zolle decine e decine di anni prima di germogliare e dare vita ad una nuova pianta.
Non a caso nei loro discorsi per la approvazione della Costituzione Italiana il 22 dicembre 1947 sia Meuccio Ruini, Presidente della Commissione per la Costituzione, sia Alcide De Gasperi, Presidente del Consiglio, vollero ricordare con parole importanti e riconoscenti Giuseppe Mazzini e la sua Repubblica vista come l’unico antecedente italiano di una democrazia moderna.
Per ricordare il 9 febbraio 1849 il Centro Cooperativo Mazziniano “Pensiero e Azione” fondato nel 1948 dal senigalliese on. Giuseppe Chiostergi, sponsorizza lo spettacolo “SENZA LIBRI, SENZA CHITARRA, SENZA CIELO” dedicato ad un aspetto meno noto di Mazzini, il Mazzini musicista. Nel saggio “Filosofia della Musica” pubblicato a Parigi nel 1836 scrive “ La musica è profumo dell’Universo”. Egli infatti concepisce questa forma d’arte come elemento indispensabile all’Educazione degli individui, e sappiamo quanto tale tematica fosse basilare nella sua dottrina: “… Farvi migliori deve essere lo scopo della vostra vita, l’Educazione è il pane dell’anima … l’Educazione si indirizza alle facoltà morali, l’Istruzione alle intellettuali … senza Istruzione l’Educazione sarebbe troppo sovente insufficiente; senza Educazione l’Istruzione sarebbe una leva mancante di un pezzo d’appoggio” scrive ne I Doveri dell’Uomo. Mazzini cantava con voce tenorile e suonava con grande maestria la chitarra, strumento conservato al Museo del Risorgimento di Genova, e ancora oggi, almeno una volta l’anno, suonato in occasione di eventi.
Lo spettacolo vedrà l’esibizione del soprano Lucia Fiori, anche autrice del testo, del maestro Luigi Travaglini alla chitarra e degli attori Mauro Pierfederici ed Alessio Messersì voci recitanti. L’appuntamento è all’Auditorium San Rocco domenica 9 febbraio alle ore 18 ad ingresso libero senza prenotazione.
Come ogni anno nel solco della tradizione repubblicana e mazziniana la notte del 9 febbraio le finestre del Centro mazziniano in via Giuseppe Chiostergi verranno illuminate da fiammelle.