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I problemi della sicurezza al centro di un convegno organizzato a San Rocco

SENIGALLIA – I gruppi consiliari di Alleanza Verdi Sinistra e di Vola Senigallia hanno ospitato un interessante e partecipato incontro sul DDL sicurezza in discussione al Senato.

Sono intervenuti il Sen. Peppe De Cristoforo, Presidente dei Senatori del gruppo Misto , Luca Boccoli, portavoce nazionale dei giovani Verdi Europei,  Peppino Buondonno della segreteria nazionale Sinistra Italiana, Paolo Canducci , portavoce regionale Europa Verde.

Ha coordinato la consigliera Stefania Pagani di Vola Senigallia, introducendo i relatori e focalizzando le tematiche più sensibili del decreto in discussione e maggiormente pericolose per il diritto di manifestare il proprio dissenso in maniera pacifica, sancito dall’art.21 della Costituzione.

Si è collegato dalla Polonia il consigliere di AVS, Enrico Pergolesi che ha evidenziato come la questione sicurezza in Polonia riguarda in particolare, la repressione dell’immigrazione clandestina alle frontiere e la denuncia per coloro che, umanamente, offrono cibo e riparo ai migranti.

Il DDL 1660 più noto come “DDL Sicurezza” approvato il 18 settembre dalla Camera dei deputati introduce modifiche radicali al codice penale, formulando nuovi reati, ampliando sanzioni e aggravanti e aumentando le pene per reati già esistenti. La misura criminalizza le organizzazioni che manifestano dissenso, anche in maniera pacifica e innocua. Norme che sembrano pensate e volute per colpire chi esprime il proprio dissenso verso le scelte compiute dal Governo o chi manifesta per difendere il posto di lavoro, gli attivisti che protestano per sensibilizzare sul cambiamento climatico, gli studenti che chiedono condizioni più dignitose per i propri istituti scolastici. Solo per fare un esempio: una delle misure più discusse è l’eliminazione del rinvio obbligatorio della pena per le madri detenute con figli fino a un anno di età.

Insomma misure propagandistiche, che non garantiranno ai cittadini un incremento della sicurezza. Questa ansia securitaria è stata autoprodotta e alimentata ad arte insistendo sui soliti temi di propaganda volti ad anestetizzare il popolo italiano distraendolo dai reali problemi tra cui il lavoro, la casa, l’istruzione. L’idea di poter risolvere tutto con il codice penale è pura propaganda e pericolosa demagogia. La criminalizzazione di condotte che non erano mai state ritenute tali come lo sciopero e sit-in, ed il conseguente rischio  di un uso sproporzionato delle sanzioni  e, la “protezione di Stato” a prescindere  dei tutori dell’ordine rendono palese un vero e proprio disegno di Italia repressiva e  feroce con i deboli, chiusa nelle sue paure e priva di futuro. Il DDL, nella sua formulazione attuale, prevede anche una forte restrizione all’uso della cannabis light, equiparandola a quella non light e mettendo così a rischio la sopravvivenza di un intero comparto, ossia quello della coltivazione della canapa (per usi medicinali, tessili, produzione di farine), che in Italia coinvolge 3mila imprese e 15mila lavoratori.

Questi ed altri temi (così come la possibilità per gli agenti di pubblica sicurezza di portare senza licenza alcune tipologie di armi quando non sono in servizio) sono stati trattati in modo chiaro dal Senatore  De Cristoforo che ha messo  in evidenza il rischio di anticostituzionalità di  diversi articoli.

Dopo l’Osce e il Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, anche l’Onu ha espresso forti preoccupazioni sottolineando che alcune disposizioni contenute nel provvedimento potrebbero essere in contrasto con gli obblighi dell’Italia in materia di tutela dei diritti umani.

L’impronta autoritaria di questo governo, sancita dal cosiddetto Ddl sicurezza, si riflette quindi in numerosi aspetti della nostra vita politica, economica e sociale. È necessaria pertanto una importante presa di coscienza dell’opinione pubblica per bloccare l’ennesimo tentativo di modifica della nostra Costituzione in senso repressivo.

Noi crediamo che difendere la Costituzione significa mettere al centro i diritti di tutti. Non è certo  con pene sempre più severe che si risponde al bisogno di sicurezza, d’inclusione e giustizia sociale.

 

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