Mad For Science 2025, anche quest’anno il Corinaldesi Padovano selezionato per la seconda fase della competizione
SENIGALLIA – I temi della sostenibilità ambientale sono sempre più al centro dell’interesse mondiale. Anche quest’anno il corso di indirizzo tecnico tecnologico chimica e biotecnologie ambientali del Corinaldesi Padovano parteciperà alla competizione indetta dalla prestigiosa Fondazione Diasorin che ogni anno mette in palio laboratori di biologia per le scuole che otterranno il podio.
La competizione è molto sfidante e gli istituti partecipano alla preselezione già da novembre con una proposta progettuale che viene valutato da una commissione.
Se la selezione verrà superata e cioè se la giuria della Fondazione riterrà il progetto di idoneo spessore scientifico, allora l’istituto potrà accedere al successivo step.
Il progetto di quest’ anno si incentra sulla situazione di degrado della biodiversità in cui versa il nostro mare Adratico, tra i bacini più produttivi ma anche più vulnerabile del Mar Mediterraneo, fortemente impattato dall’attività di pesca e dai cambiamenti climatici.
Negli ultimi anni si sono osservati profondi cambiamenti nella composizione della fauna ittica che ha comportato in generale la perdita di biodiversità, con conseguenze tangibili sulla diminuzione di risorse di interesse economico e ingresso di specie aliene.
Il progetto proposto mira a promuovere la conservazione e l’uso sostenibile degli oceani – mari.
Monitorare le specie protette è fondamentale per valutare la salute degli ecosistemi, dato che questi organismi sono spesso spie del cambiamento; anche l’identificazione delle specie invasive consente di intervenire tempestivamente per mitigarne gli impatti, proteggendo così la biodiversità locale.
Raccogliere dati sulla presenza o meno di queste due tipologie di organismi permette di migliorare le strategie di conservazione.
In questo contesto, il DNA ambientale (eDNA) rappresenta una biotecnologia innovativa che sfrutta tecniche molecolari avanzate per raccogliere e analizzare tracce genetiche presenti nell’acqua.
Tale approccio non invasivo consente di rilevare le specie senza catturarle, fornendo informazioni sulla loro presenza in determinati ambienti
L’uso dell’eDNA può supportare le strategie di conservazione, aiutando a comprendere meglio la distribuzione delle specie e la resilienza degli ecosistemi marini e contribuendo alla gestione sostenibile del mare, soprattutto in questo scenario altamente imprevedibile in relazione all’impatto dei cambiamenti climatici e la sovrapesca.
Questo sfidante tema sarà quindi al centro della future attività laboratoriali delle classi coinvolte nella partecipazione alla competizione le cui referenti sono le docenti Proff.sse Mercorelli e Massacci che con tenacia e passione ogni anno coinvolgono le classi del corso chimico in project work dal contenuto sfidante.
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