CULTURAIN PRIMO PIANOSENIGALLIA

Donne nelle Stem”, un progetto del Corinaldesi Padovano per abbattere gli steccati di genere nelle scienze

SENIGALLIA – La doppia elica del Dna è saldamente associata ai nomi di Watson e Crick: per decenni nei libri di scuola li abbiamo visti in posa accanto al modello che ne riproduceva la struttura. Una scoperta straordinaria che nel 1962 valse loro il premio Nobel, in condivisione con Maurice Wilkins. Ma un nome fondamentale mancò da subito all’appello, quello di Rosalind Franklin, colei che con una nitida foto ai raggi X aveva confermato il modello elaborato dai due biochimici di Cambridge. Questo mancato riconoscimento, dovuto anche alla prematura scomparsa della scienziata nel 1958, è il caso forse più noto di “effetto Matilda”, cioè di cancellazione del lavoro femminile, soprattutto in ambito scientifico.

Su questo complicato passato e sugli stereotipi che ancora oggi ostacolano il rapporto fra donne e scienza si è concentrato il corso Pnrr “Donne nelle Stem”, promosso presso l’IIS Corinaldesi Padovano di Senigallia dalle prof.sse Silvia Di Nicolantonio e Serenella Rossi. Nel quadro del decimo anniversario della Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza, proclamata l’11 febbraio 2015 dalle Nazioni Unite, docenti e studenti hanno riscoperto insieme le carriere, i sogni e i percorsi di otto importanti ricercatrici – autentici modelli di emancipazione personale, culturale e professionale – e anche i molteplici pregiudizi e le barriere, dal genere alla “razza”, che hanno dovuto affrontare.

Nella giornata finale, svoltasi in Aula magna, le allieve si sono calate nei panni di queste grandi studiose e hanno dialogato con loro realizzando una serie di interviste impossibili. In conclusione, il dirigente scolastico Simone Ceresoni ha consegnato due simbolici premi Nobel: uno proprio a Rosalind Franklin e l’altro alla fisica Lise Meitner, il cui ruolo nella scoperta della fissione nucleare è stato oscurato.

Iniziative come queste hanno il fine di stimolare la riflessione sulle radici culturali ed educative del divario di genere riscontrabile anche nelle discipline scientifiche e tecnologiche. Infatti la minore presenza di ragazze in questo ambito non è frutto di un dato naturale e immutabile, come molti ancora credono, rivelando così la straordinaria persistenza di antichi stereotipi, oggi smentiti da studi e ricerche. A fronte di tutto ciò, emerge ancora di più il ruolo strategico della scuola, sui cui banchi si gioca buona parte del nostro futuro.

 

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