IN PRIMO PIANOL’INTERVENTOPOLITICASENIGALLIA

Rognoli: “Con il caldo a Senigallia torna il tormentone, la barra alla foce del Misa”

di MAURO ROGNOLI*

SENIGALLIA – E dunque con i ponti il disegno sembra essere compiuto, gaude la Giunta Olivetti, molto meno gli oltre 10.000 cittadini che chiedono  una  città sicura ma non umiliata. Quindi tra beffe,bizze, e brezze di marzo torna immutato,  il solito ‘’tormentone’’: ossia la barra di foce che da qualche tempo è ‘’apparsa’’ nell’alveo del fiume (All.1).

Ancora più a monte però,  del povero ex Garibaldi, dove s’iniziano gli argini in muratura, in cui il  Misa facendo una curva,  rallenta la velocità di deflusso  è visibile un altro deposito  già riformatosi con il materiale sciolto trasportato (All.2) nonostante  sia stato già da poco   rimosso, ma  non è mai stato  oggetto di attenzioni o commenti.

All.2 Foto del 15 febbraio 2025

Tra il 21 e il 23 dicembre dello scorso anno si sono avute due piene, simili come portata, fortunatamente senza arrecare  alcun danno.  Alla stazione idrometrica di Bettolelle si è misurato un livello di mt.3.71 (nella piena del settembre 2022, per fare un confronto, il livello fu misurato in mt.6.45).  Contemporaneamente si è avuto un forte vento  da Greco con mare formato, (All.3) che, causando un  notevole contrasto alla foce del Misa,  ha, di fatto,  rallentato  molto l’uscita in mare delle portate di piena. Ciò ha comportato che tutto il materiale sciolto come ghiaie e  limi, dovuto soprattutto ai lavori di modellazione dell’alveo fatti a monte, si sia depositato verso la foce del fiume.  Al momento tale materiale alla foce non appare, in quanto nei primi 100 mt.  l’impresa Mentucci chiamata in emergenza, nei giorni 21 e 22 dicembre 2023 effettuava l’escavo  fino ad una profondità di circa mt.2.50. Allora il 27/12/2023 quando l’impresa Mentucci lasciò il cantiere,  l’escavo   era arrivato proprio dove ora è apparsa  nuovamente la barra. Dunque ora la barra si è formata e si è resa visibile nel punto in cui   l’alveo presentava una minore profondità. Forse ve ne sarete accorti una seconda barra si sta formando a circa mt. 40 più a monte che con il passare dei mesi   probabilmente andrà a congiungersi con quella più a valle.

 All.3 foto del 15 febbraio 2025

Il  fenomeno di contrasto si intensificherà soprattutto durante il periodo estivo, caratterizzato da bassa piovosità e, dunque, da basse portate fluviali  che, avendo quindi  intensità minori rispetto alla forza  del mare, farà si che  si riformi la cosiddetta ‘’barra di  foce’’. Questo processo di deposito di materiale trasportato  si verifica in maniera più o meno evidente, lungo tutto il fiume ma si evidenzia soprattutto   nelle parti arginate e in corrispondenza della foce.

Sappiamo pure che la ‘’barra’’ non causa l’aumento del rischio idraulico della città di Senigallia,  poichè appunto  costituita da materiale incoerente, viene immediatamente rimossa da una piena fluviale importante. E’ un processo naturale tra la dinamica fluviale e moto ondoso, ma c’è sempre qualche esperto, laureato nella libera università della tastiera, che contesta la verità scientifica; per questo ricordo lo studio fatto dall’ UNIVPM a firma del Prof. M. Brocchini sulla dinamica fluviale e marittima tra la foce del Misa e l’ingresso portuale.

Insomma la ‘’barra’’ è solamente un falso problema.  Viene però alimentato come ostacolo alle piene al fine di poter eseguire interventi alla foce del fiume (leggi prolungamento della banchina di levante)

Ciò è dimostrato dalle foto scattate prima e dopo il passaggio della piena del settembre 2022 (All.4) in cui in quella del 15/09/2022 delle ore 20.16 compare la barra, mentre in quella scattata il mattino del 16/09 alle ore 08.38 a piena passata si vede l’alveo del fiume libero. Inoltre la pulizia delle banchine indica che non vi è stato alcun rigurgito della piena.      Il problema della ‘’barra di foce’’ permane e si potrà risolvere solamente programmando ad intervalli da definire interventi di escavo sulla base di un progetto esecutivo, redatto da competenti, almeno nella parte di fiume ricompresa nel DEMANIO MARITTIMO, ossia dal ponte della ferrovia fino alla foce.

Questo intervento, poteva già essere stato eseguito dalla Struttura Commissariale, anche su forte sollecito della giunta Olivetti. Insomma oltre ad  eseguire lavori  di dubbia efficacia, consistenti nel rimuovere ad oggi mc.500.000 (così ha riferito il Presidente Acquaroli) avrebbe potuto anche dragare tutto il tratto sopracitato portando il fondo ad una quota di  almeno mt.-2.50. In questo modo il problema della formazione della barra di foce si sarebbe potuto rimandare di alcuni anni.

Sarebbe questo l’intervento che, sebbene non abbia nulla a che vedere con la mitigazione del rischio idraulico, dovrebbe essere fortemente richiesto e sollecitato dal ‘’Contratto di Fiume Misa – Nevola’’ anziché  riproporre nuovamente i soliti interventi costosi, inutili e dannosi, già ipotizzati negli anni 2021/2022 dal Consorzio di Bonifica delle Marche, come: prolungamento della banchina di levante e utilizzo della darsena N. Bixio come vasca di espansione.

L’acqua non va mai per l’insù, la mitigazione si fa a monte. E non realizzando costosi e pericolosi interventi illusori. Per quelli Senigallia ha già pagato e continua a pagare un prezzo vergognosamente alto.

*Ingegnere

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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