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Fratelli d’Italia sulla gestione dei rifiuti: “Le sentenze non si interpretano secondo la convenienza politica”

“Il Pd se ne faccia una ragione. Il sindaco e l’Amministrazione hanno agito nell’interesse generale della città”

SENIGALLIA – Dal Circolo di Fratelli d’Italia e dal Gruppo consiliare FDI di Senigallia riceviamo: “Le sentenze non si interpretano, a seconda della convenienza politica. Se taluni ritengono di non condividerla, la impugnino al Consiglio di Stato oppure tacciano o, meglio ancora, ne prendano atto, senza strumentalizzarle. Il sindaco Olivetti, con il suo voto contrario, ha usato prudenza, riflessione e conoscenza degli atti, tutelando l’interesse pubblico e quello della comunità senigalliese.

L’annullamento della deliberazione dell’assemblea ATA della provincia di Ancona, la n. 16 del 27.09.2024, da parte del TAR Marche ha fatto emergere, al di là di ogni ragionevole dubbio, la verità sulla scelta della forma di gestione del servizio di gestione dei rifiuti urbani, ma soprattutto ha bloccato la decisione di procedere all’affidamento in house del servizio, contro cui il Comune di Senigallia ha votato contro.

La posizione contraria del sindaco Olivetti e dell’Amministrazione comunale verso quella delibera ha dimostrato, senza alcun debbio, come quella decisione, di fatto e in diritto, fosse del tutto in difetto di istruttoria, insufficiente di motivazioni e in presenza di equivoci o rimandi al futuro circa la sussistenza dei requisiti per ricorrere alla gestione in house.

Il TAR lo ha ribadito chiaramente con la sentenza adottata in camera di consiglio il 12 marzo scorso (pubblicata qualche giorno fa, il 28 marzo), con cui ha accolto il ricorso e annullato la deliberazione n. 16/2024 di ATA. Una sentenza puntualmente motivata in poco più di quaranta pagine, che non lascia spazio a interpretazioni personali, politiche o di partito, ma che delinea un procedimento amministrativo, con palesi incongruenze, contraddizioni e difetti procedurali, formali e sostanziali, che sostengono a pieno titolo il voto contrario allora espresso dal sindaco.

All’indomani della deliberazione ATA, su cui Senigallia ha votato contro, il PD e tutta la minoranza consiliare hanno attaccato la maggioranza, accusandola di isolare Senigallia dal resto del territorio provinciale e regionale. Ma il TAR Marche ha dato ragione all’Amministrazione, annullando un provvedimento, che sul piano procedurale dell’efficienza amministrativa, riguardo ad un razionale impiego delle risorse pubbliche, delle caratteristiche tecniche ed economiche del servizio in house, della qualità del servizio e degli investimenti, e soprattutto sotto il profilo delle finanze pubbliche e dei costi per gli enti locali e per i cittadini, non ha convinto.

Probabilmente, i consiglieri di minoranza e, in particolare, quelli del PD, non hanno ben compreso le ragioni del voto contrario e, forse, non hanno studiato bene le dinamiche di quella decisione e degli atti pregressi. Atti che, se approvati dalla nostra Amministrazione, avrebbero messo il nostro Comune di fronte a gravi conseguenze economiche e gestionali.

La deliberazione ATA, annullata coerentemente e giustamente dal TAR, non ha tenuto conto di elementi essenziali, giustificando una scelta carente di motivazioni e di riflessi avversi alla nostra comunità, alle famiglie, alle imprese e ai cittadini di Senigallia. Carenze e riflessi negativi, che potrebbero definirsi azzardati, mancando nella relazione, che ha accompagnato la deliberazione ATA, quei profili comparativi tra le forme di gestione dei rifiuti previste dall’ordinamento.

Sul punto, il TAR Marche non ha avuto ulteriori dubbi: non vi è stato l’esame di tutte le opzioni possibili e la procedura assunta da ATA ha evidenziato contorni lacunosi benché la normativa di settore prevedesse prescrizioni puntuali. Sempre, secondo il TAR, “confrontando il dato reale odierno con quello stimato e inerente la gestione unica in house, non emerge alcuna convenienza in termini di costo per abitante”. In sostanza, il TAR, sulla base dei dati inclusi nella deliberazione e nella relazione, ritiene la scelta del modello in house individuata da ATA “non adeguatamente sorretta da idonea motivazione”.

Il voto contrario di Senigallia a quella delibera, quindi, non ha isolato nessuno. Anzi, ha fatto emergere la bontà della decisione del sindaco Olivetti e dell’Amministrazione, rispondendo ai principi dell’attività amministrativa, che deve essere perseguita e retta da criteri di trasparenza, economicità, efficacia, imparzialità, secondo le modalità previste dalla legge e dall’ordinamento comunitario.

Il voto contrario del sindaco Olivetti alla deliberazione ATA e, conseguentemente, l’annullamento del provvedimento da parte del TAR, ha impedito anche al Consiglio comunale di Senigallia di trovarsi costretto ad assumere la scelta di aderire ad un progetto ingiustificato, che avrebbe poi pesato sull’intera collettività”.

 

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