“Assurde le dichiarazioni del vicecommissario Babini sul ricorso al Tar contro il progetto del nuovo ponte Garibaldi”
Presa di posizione di Marco Lion, presidente della Sezione di Senigallia di Italia Nostra, e delle altre associazioni (Gruppo Società Ambiente (GSA), Associazione Confluenze, Archeoclub d’Italia (Sezione di Senigallia) e Amici della foce del fiume Cesano)
di MARCO LION*
SENIGALLIA – Ha veramente dell’incredibile se non dell’assurdo quanto dichiarato dal Vicecommissario Babini in merito al ricorso al TAR presentato dalle associazioni ambientaliste e di tutela dei beni storici e culturali di Senigallia contro il progetto di nuovo ponte Garibaldi.
Evidentemente non ha compreso la portata del ricorso e dei relativi motivi proposti dinanzi al TAR come nel caso del nuovo ponte Garibaldi che, ripetiamo, è un progetto sbagliato, incredibilmente costoso, inutile per la sicurezza dalle alluvioni e che comprometterà il sistema della viabilità e la bellezza monumentale della quinta scenica dei Portici Ercolani.
Il nostro ricorso al TAR che si affianca ad un diniego espresso dalla Soprintendenza, improvvidamente superato dal provvedimento Commissariale e che il ricorso difende, è “per l’annullamento, previa sospensione, del decreto del Vice-Commissario delegato per gli eventi metereologici del settembre 2022 n. 7 del 27 gennaio 2025, contenente l’approvazione del progetto di fattibilità tecnico economica/definitivo del nuovo “Ponte Garibaldi” nel Comune di Senigallia”. In detto provvedimento infatti abbiamo rilevato il travisamento dei fatti, la falsità dei presupposti, il difetto di istruttoria, la violazione e falsa applicazione di norme di legge, la contrarietà al provvedimento espresso in conferenza dal ministero della Cultura/Soprintendenza che ha espressamente chiesto un’altra localizzazione e un altro progetto meno invasivo delle prospettive settecentesche e dei luoghi storici della città, la contraddittorietà e la irrazionalità della procedura.
Con questo ricorso – dove si mette in dubbio anche la legittimità della proroga legislativa allo stato di emergenza al di là della sua esistenza ed attualità e in questi limiti alla progettazione e all’approvazione del ponte oggetto dell’impugnazione –nessuno di mai pensato «di richiedere indietro i soldi alla gente» come impropriamente e maliziosamente sostiene Babini. Anzi, visto quando è accaduto, forse sarebbe stato giusto che avessero fatto ricorso i tanti cittadini e le imprese che non hanno avuto alcun rimborso (o hanno rinunciato a richiederli) dei danni dell’alluvione per le procedure insensate e farraginose che sono state concepite per chiedere il risarcimento dei danni subiti.
Si potrebbe anche dire che Babini fa dell’inutile allarmismo, se non del terrorismo, sfruttando le legittime richieste e le aspettative degli alluvionati.
Spieghi invece Babini come è stato possibile che, in meno di un anno, il costo del suo di nuovo ponte è raddoppiato da poco più di 3 milioni di euro a 6.115.758 euro. Se poi aggiungiamo i costi dell’improvvida demolizione del Ponte Garibaldi siamo quasi ai 7 milioni euro. Forse la Corte di Conti è interessata a saperlo… Con queste cifre sarebbe stato sicuramente possibile realizzare un vasca di laminazione a monte che, in caso di alluvione, avrebbe trattenuto qualche milione di metri cubi di acque rendendo più sicura la città di Senigallia.
In conclusione stiano tranquilli quanti hanno avuto i risarcimenti dai danni dell’alluvione, il nostro ricorso al Tar non li riguarda e i loro rimborsi non saranno toccati.
Non stiano sereni, come non lo siamo noi, i cittadini di Senigallia perché la sicurezza dalle alluvioni è ancora da venire vista l’ininfluenza, dichiarata dallo stesso Babini durante il Consiglio Grande, della struttura commissariale nel risolvere i problemi strutturali di vulnerabilità del territorio.
La nostra battaglia contro il pericolo di danno grave e irreparabile rappresentato dal progetto del nuovo ponte Garibaldi perciò continua.
*Presidente Italia Nostra Sezione di Senigallia (Anche per conto delle associazioni Gruppo Società Ambiente (GSA), Associazione Confluenze, Archeoclub d’Italia (Sezione di Senigallia) e Amici della foce del fiume Cesano)
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